Un gioco per chi ama l'autodistruzione
Karoshi Factory punta su una prospettiva differente ed un po' di pensiero laterale: invece che condurre l'eroe al successo, bisogna gettarlo verso una fine inevitabile
Nei giochi spesso bisogna salvare qualcuno. Una principessa, un eroe, il mondo intero. Ma non in Karoshi Factory. La condizione di vittoria è solo una: il suicidio dei protagonisti.
Naturalmente, non si tratta di un gioco che si prende troppo sul serio. Karoshi Factory è un passatempo leggero, solo un pochino più macabro del solito. Si tratta fondamentalmente di un platform a quadri fissi. Si controllano alternativamente due personaggi ed entrambi devono essere condotti alla morte per passare allo schema successivo.
I comandi a disposizione sono molto semplici. Ci si sposta, si salta, si spara (quando si trova una pistola) e poco altro. Essendoci due protagonisti, l'interazione tra di essi è fondamentale per trovare una via verso la morte. Che spesso è complicata. In Karoshi Factory fin dai primi livelli (su un totale di 25) si rischia spesso di rimanere bloccati e non si può fare alto che ricominciare da capo lo schema.
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